Mistici e Maghi del Tibet by Alexandra David-Neel

Mistici e Maghi del Tibet by Alexandra David-Neel

autore:Alexandra David-Neel
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Tibet, Magia
ISBN: 978888700730
pubblicato: 1929-02-15T16:00:00+00:00


Ho conosciuto un uomo che si diceva protagonista di una strana vicenda di avvelenamento.

Era in viaggio e, lungo la strada, entrò in una fattoria per chiedere da bere. La padrona di casa gli preparò la birra versando acqua bollente sul grano fermentato posto in un vaso di legno (14). Poi essa salì al piano superiore. Rimasto solo il viaggiatore notò che la birra bolliva formando grosse bolle nel vaso di legno. Questo fatto insolito denota, secondo i tibetani, la presenza di veleno.

Sul fuoco c'era il calderone da cui la donna aveva attinto l'acqua versata sul grano. Quest'acqua continuava a bollire; l'uomo ne prese una mestola e ne versò il contenuto sulla birra sospetta. Immediatamente udì il rumore di una caduta sull'impiantito al disopra della sua testa. La donna che l'aveva servito era cascata morta.

Il 'veleno è una continua inquietudine per viaggiatori che percorrono il Tibet. Quante volte sono stata messa in guardia da gente per bene che mi avvertiva dei pericoli che correvo accettando ospitalità di sconosciuti e mi scongiuravano d'essere prudente e di esaminare ciò che mi veniva servito da mangiare e da bere.

Certuni affermano che gli avvelenatori cercano di preferenza le loro vittime tra i religiosi: la morte di un santo lama è loro ascritta dal loro diabolico padrone come gran merito.

Esistono ciotole di legno speciale che sono ritenute sensibili al veleno e lo rivelano per via dell'ebollizione spontanea del liquido che vi si versa; tali ciotole sono vendute a caro prezzo.

Qualche volta una madre di famiglia è sospettata di possedere 'veleno. Nessuno sa deve lo nasconde, nessuno tenta di accertarsene e di levarglielo. Tutti sono convinti che non esiste alcun rimedio, alcuna difesa da questo genere di fatalità.

Spiano i minimi gesti della sfortunata donna, la tengono lontana e spesso ella stessa finisce per credere all'esistenza del suo 'veleno.

La morte del detentore del veleno non mette fine al pericolo, che è inestinguibile perché viene ereditato e l'erede non ha modo di rifiutare; voglia o no, ne prende possesso ed è obbligato a divenire avvelenatore a sua volta.

Debbo ripetere qui, che sia quando propina il veleno, sia quando lo lascia in legato a qualcuno, si dice che l'ossesso agisce incoscientemente come agente d'una volontà estranea.



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